L’ATTESA

“Aspetto un bambino!”: una frase che abbiamo sentito centinaia di volte e che ogni mamma dice quando comunica di essere incinta. Ma cosa significa aspettare un bambino? Abitualmente ci riferiamo al fatto che è stato concepito un bambino, che questo cresce dentro la mamma e che si aspetta la sua nascita. In quest’attesa, si guarda la pancia che cresce, si sta attenti a ciò che si mangia, a monitorare l’andamento della gravidanza tra le decine di visite.

Ma quella della gravidanza non è e non può essere un’attesa passiva tra una visita e l’altra. ASPETTARE un bambino è molto di più… significa molto di più. È in quell’attesa che dura 40 settimane (circa) che la donna e l’uomo che hanno concepito quel bambino diventano la mamma e il papà di quel bambino. Nello stare attenti a ciò che si mangia c’è già il prendersi cura di un’altra persona; nel guardare la pancia che cresce e monitorare l’andamento della gravidanza ci sono le fantasie che i genitori fanno rispetto al bambino che sta per nascere e rispetto ai genitori che si immagina di essere, si inizia a fare i conti con quell’immagine genitoriale che è stata interiorizzata e con le proprie esperienze della genitorialità (l’esperienza dei figli che si è stati con quei genitori che ognuno ha avuto). In gravidanza, l’attesa implica un’apertura all’altro e anche una nuova apertura verso se stessi.

 

Se un figlio nascesse il giorno stesso in cui viene concepito, i suoi genitori sarebbero quelli che erano il giorno prima e dovrebbero cominciare a trasformarsi in mamma e papà avendo lui già lì, vivo e presente, nelle loro vite e nella loro casa. Invece, avere a disposizione nove mesi per farti nascere ci consente di diventare differenti da come eravamo

(A. Pellai)

 

Durante la gravidanza, oltre a un grembo fisico, si sviluppa anche un grembo psichico, si fa spazio al bambino non solo fisicamente ma anche nella propria mente; è in questo momento che inizia la comunicazione tra mamma e bambino, comunicazione che può essere di buona qualità se l’attesa diventa un’attesa abitata, un tempo pieno di emozioni, di cura, di fantasie e di riflessione.

Generalmente l’attesa implica un’assenza momentanea, si attende qualcosa che non c’è ancora; ma da una prospettiva psicologica, in gravidanza si attende qualcuno che, pur essendo assente, è paradossalmente già presente… L’ATTESA IN GRAVIDANZA IMPLICA GIÀ UNA PRESENZA.

 

È l’attesa della madre che prepara il posto nel mondo a chi è già nel mondo senza esserci ancora

(M. Recalcati)