COME GESTIRE IL DOLORE DURANTE IL TRAVAGLIO?

Il dolore è caratterizzato da un senso di spiacevolezza che ha una funzione protettiva; è un meccanismo di difesa naturale che porta la persona che lo vive a evitare o ridurre gli stimoli nocivi che ne sono alla base.

Il dolore ha una componente fisica (sensazione) e una componente psichica (percezione):

  • la sensazione pura si verifica in modo simile in tutte le persone;
  • la percezione corrisponde all’elaborazione affettiva ed esperienziale della sensazione, alle sfumature emotive che accompagnano il “dolore fisico puro” ed è influenzata dalle esperienze passate, dai condizionamenti, dalla personalità, dallo stato emotivo e dallo stato di coscienza.

Durante il parto, la percezione del dolore e, dunque, la componente emotiva, ha un forte impatto sulla donna, per questo si parla di “dolore psicomentale”. Le esperienze, a livello personale ma anche sociale, influiscono sulle emozioni legate alle contrazioni, sui vissuti del dolore e sulle modalità di risposta a quest’ultimo. Pensiamo, ad esempio, a come le narrazioni negative prevalenti e i miti culturali relativi al parto vengono memorizzati generando aspettative che influenzano i vissuti emozionali della donna e provocando un vero e proprio “sequestro emotivo”. Quando avviene ciò, prevalgono i sentimenti  di paura, agitazione e insicurezza; il dolore occupa talmente il livello cosciente che diminuisce la capacità di attivare risorse volte a ridurlo e gestirlo e la sofferenza viene alimentata.

Tale stato di paura e di agitazione psichica genera una forte tensione muscolare e aumenta la percezione del dolore. Paura e dolore, dunque, sono fortemente collegati e la paura del parto può diventare l’elemento di maggiore disturbo durante il travaglio poiché influisce sull’aspetto neuromuscolare.

Alla luce di ciò, per favorire la naturale capacità del sistema nervoso di inibire il dolore, è importante agire proprio sul processo PAURA-TENSIONE-DOLORE.

Come fare?

Un utile e importante aiuto per le donne durante il travaglio è rappresentato dal metodo R.A.T. (Training Autogeno Respiratorio), il cui obiettivo è proprio quello di allentare le tensioni scatenate dalla paura e dalle contrazioni uterine mitigando, così, gli effetti del processo “Paura-Tensione-Dolore”.

E’ un metodo tramite il quale la donna impara ad entrare in contatto con se stessa e con il proprio corpo ottenendo un rilassamento di tutto il corpo, inclusi i muscoli del perineo. Ciò riduce notevolmente il dolore nel processo del parto, sia durante le pause che nelle fasi di dilatazione e di spinta, e permette di arginare quelle risposte oppositive di difesa che aumentano la tensione muscolare.

Il R.A.T., dunque, permette di:

  • individuare quelle tensioni che possono ostacolare il parto o renderlo più doloroso;
  • disinnescare il circolo vizioso tra paura e irrigidimento muscolare, che fa percepire più dolorose le contrazioni uterine. Il training autogeno non abolisce la percezione della contrazione uterina, ma agisce sulla percezione delle componenti dolorose dovute alla tensione e alla paura;
  • allenare in modo principale il respiro autogeno per la neutralizzazione delle tensioni da difesa localizzate nell’area perineale.

Se la donna in travaglio raggiunge uno stato di rilassamento, percepisce meno dolore grazie agli oppioidi endogeni che vengono prodotti dall’organismo stesso quando si fa qualcosa che soddisfa fisicamente e/o emotivamente.

Al contrario, fattori di stress durante il parto ostacolano il naturale potere del sistema nervoso di inibizione del dolore.

Tramite il R.A.T. è possibile ridurre lo stress materno e la durata complessiva del parto.

ATTENZIONE: al momento è possibile approfondire tutte queste tematiche, apprenderle e sperimentarle in prima persona partecipando all’evento di approfondimento qui presente.