Cos’è il parto pretermine o prematuro?
È un parto che avviene prima della 37a settimana completa di gestazione.
In particolare, possiamo distinguere tra:
- quasi a termine: nascita che avviene a 35-36 settimane di gestazione;
- lievemente pretermine: nascita che avviene tra le 32 e le 34 settimane;
- molto pretermine: nascita che avviene tra le 28 e le 31 settimane;
- estremamente pretermine: nascita che avviene prima delle 28 settimane.
I bambini prematuri vengono ricoverati nei reparti di TIN (Terapia Intensiva Neonatale) e, in base all’età gestazionale in cui avviene la nascita, il neonato deve stare in incubatrice, collegato ad apparecchiature mediche, talvolta intubato e alimentato artificialmente.
La nascita pretermine interrompe in maniera improvvisa l’attesa e, quindi, quella fase preparatoria così importante per i genitori, sia a livello pratico che psicologico. Anche i genitori, così come il bambino, non sono pronti alla nascita e sono, in un certo senso, “genitori prematuri”. Questo ha notevoli implicazioni a livello psicologico.
I genitori, la mamma in particolare, possono sentirsi impauriti, tristi, delusi, arrabbiati, impotenti, frustrati; possono sviluppare sintomi di tipo ansioso-depressivo e uno stress psicologico globale che dipende dal rischio medico presentato dal bambino.
Nonostante ormai siano altissime le possibilità di sopravvivenza dei bambini nati in condizioni precarie, questo evento genera forti preoccupazioni nei genitori poiché i bimbi nati prematuramente rischiano di sviluppare problematiche relative allo sviluppo neurologico e psicologico, in misura maggiore o minore in base alla loro età gestazionale e al peso. Ma questa non è l’unica componente che incide sul vissuto dei genitori di un bimbo prematuro. Infatti, mamma e papà vivono il trauma della notevole riduzione di contatto fisico e di intimità e il trauma di non poter tornare a casa insieme al proprio piccolo.
Le madri, in particolare, sperimentano una sorta di strappo, un distacco per il quale non sono pronte, che non hanno ancora elaborato. Viene a mancare quel tempo importante che permette la separazione psicologica dal neonato e la nascita può diventare un trauma.
Frequente è anche un vissuto di colpa nella mamma: può sentirsi la causa della nascita prematura del proprio bambino e questo può causare un senso di inadeguatezza relativo alla propria capacità di portare a termine la gravidanza e di garantire la sicurezza del piccolo; può sentirsi una cattiva mamma per non essere riuscita a portare a termine il suo “compito” e questo può dare origine a vissuti depressivi.
Vissuti depressivi possono essere legati anche alla discrepanza tra il bimbo reale e quello che si era immaginato, quello che era oggetto delle proprie fantasie.
Le TIN sono spesso organizzate in modo da andare incontro alle esigenze di contatto tra neonato e genitori: questi possono entrare per vedere il bambino e, quando è possibile, viene favorito l’allattamento al seno. In alcuni casi viene fatta praticare la marsupioterapia, ossia il contatto pelle a pelle, che favorisce la termoregolazione del neonato, mira a fornire contenimento e sostegno al piccolo e favorisce lo sviluppo dell’attaccamento genitore-bambino. Questo è molto importante anche per i genitori, per contenere quei vissuti cui si è fatto riferimento e per aiutarli a entrare in quel ruolo in cui sono stati catapultati troppo presto e improvvisamente.