Arrivo in reparto con il desiderio di sapere come stanno le mamme (gestanti e neomamme) che ho visto il giorno prima.
Indosso i miei DPI… doppia mascherina, cuffia, calzari, tuta (almeno 6 misure più grande), 3 paia di guanti, occhiali. Ok, sono pronta per andare, spero di potere dare un supporto, attraverso le parole, attraverso uno sguardo incorniciato da tuta e mascherine.
Faccio il giro delle stanze accogliendo i racconti delle pazienti…
… racconti di una mamma stanca, ancora lontana dal parto ma da tanto ricoverata per via di problemi respiratori, contenta di essere passata da 15 l a 8 l di ossigeno ma scoraggiata per il fatto di non potere ancora abbandonare la maschera con reservoir, altrimenti desatura troppo, particolare che rende le dimissioni più lontane
… racconti di mamme lontane dai figli più grandi (grandi si fa per dire) che aspettano a casa e con i quali non vogliono fare anche una videochiamata per il timore che si turbino vedendo la mamma distante, senza poterla abbracciare
… racconti di una mamma primipara che ha partorito da un giorno, che ha scoperto per caso di essere positiva prima del parto e per la quale questa scoperta ha significato dovere abbandonare i programmi fatti negli ultimi nove mesi: “I nostri progetti sono stati massacrati“, “È come se mi avessero strappato qualcosa“, “Mi chiedono quando possono venire a vedere il bambino, mentre ancora nemmeno lo conosco io che sono la mamma, questo mi fa arrabbiare“.
Sì, perché le mamme positive, una volta partorito, non possono tenere i loro bimbi accanto; in seguito, i bimbi vengono portati a casa dal papà (se va bene ed è negativo) o da un altro parente (purché negativo), mentre le mamme tornano a casa in ambulanza e restano tendenzialmente in isolamento, senza poter vedere i loro bimbi, finché il tampone non risulta negativo. Con una buona organizzazione e le giuste precauzioni, si può anche allattare e mantenere il contatto ma questo fa molta paura, si teme di contagiare i piccoli e, per questo, molte mamme preferiscono evitare. Ed ecco, allora, spiegata quella sensazione di avere subìto uno strappo, perché il dolore della separazione insito nel parto non è stato riparato dal contatto con il proprio piccolo.
Il covid-19 è la malattia della solitudine, dei legami interrotti improvvisamente, degli affetti strappati. Non si parla tanto delle mamme covid positive che partoriscono e di quanto doloroso sia per loro dovere abbandonare le fantasie e i progetti fatti durante i nove mesi di gravidanza. Ma anche a loro è giusto dare voce e supporto.