Aspettare un bambino significa prepararsi ad accoglierlo, preparargli un suo posto nel mondo e, soprattutto, nella mente dei genitori.
Il periodo di gestazione può essere definito anche come una gravidanza psicologica poichè viene a crearsi uno spazio mentale in cui il figlio che arriverà viene pensato, fantasticato, immaginato.
In realtà, questo “spazio” inizia a crearsi già prima del concepimento e dà origine ad un nuovo assetto mentale in cui vengono ridefiniti i propri valori, interessi e priorità. Già prima del concepimento, dunque, inizia un processo di attaccamento tra i genitori e il bambino.
Questa premessa è fondamentale per comprendere che quando una gravidanza si interrompe, a prescindere dall’epoca gestazionale in cui ciò si verifica, la coppia genitoriale subisce un vero e proprio lutto.
I genitori, mentre immaginavano di arricchire la propria vita, si trovano ad affrontare una perdita, un senso di vuoto. All’improvviso si trovano a dover riorganizzare il presente e il futuro: le aspettative di gioia vengono deluse e si scontrano con la realtà fatta di dolore, le fantasie si interrompono bruscamente e, lì dove vi era già una presenza, bisogna fare i conti con l’assenza.
Le emozioni che vengono sperimentate possono essere tante e diverse, e possono cambiare nel corso del tempo. I genitori possono sentirsi increduli, smarriti, congelati, arrabbiati, impauriti, tristi, spesso si sentono in colpa credendo, erroneamente, di avere commesso qualche errore. Cercano risposte che, spesso, non ci sono. Il lutto perinatale rappresenta un evento traumatico. Il dolore non passa, ma si trasforma e l’obiettivo non è dimenticare ma potere vivere e andare avanti, nonostante la sofferenza.
Come società, come comunità, è importante che diveniamo consapevoli di questo poiché troppo spesso viene svalutato il dolore dei genitori non dandogli lo spazio che merita. Il dolore ha bisogno del suo spazio mentale ma anche di uno spazio “fisico” in cui potersi esprimere. I genitori resteranno sempre la mamma e il papà di quel bambino che non è più con loro ma, affinchè questo possa essere pensabile, è necessario renderlo dicibile.