Nei confronti della psicoterapia rivolta alle persone che hanno subìto un lutto c’è spesso molto scetticismo. Quello che sento dire più spesso è “Ma a cosa mi serve? Io rivoglio solo mio marito/moglie/figlio”. E, certo, da questa prospettiva può essere percepita come qualcosa di inutile, perché nessuno potrà mai portare indietro la persona perduta. Ma cambiamo prospettiva, e vediamo come la psicoterapia può davvero aiutare nell’elaborazione del lutto e nel ritrovare un equilibrio emotivo.
Il lutto è un’esperienza dolorosa e complessa che porta con sé vissuti sfaccettati e soggettivi, per quanto condivisi.
Il lavoro terapeutico, in questi casi, mira a:
– esprimere e dare senso alle intense emozioni legate al lutto, come tristezza, rabbia o senso di colpa;
– favorire l’accettazione della perdita;
– supportare nell’adattamento a una vita senza la persona cara, reimpostando ruoli e routine quotidiane;
– integrare il ricordo del defunto nel proprio presente in modo funzionale, mantenendo un legame emotivo senza rimanere bloccati nel passato;
– supportare nell’apertura graduale a nuove prospettive di vita, pur continuando a tenere dentro di sé il legame con la persona perduta.
Il lavoro sul lutto in psicoterapia, dunque, non serve ad eliminare il dolore, ma a dargli parola, senso, a poterlo vivere senza esserne schiacciati; non mira ad “andare avanti”, come se nulla fosse accaduto, né a “superare” la perdita, ma ad integrarla nella propria storia personale e nel proprio presente, permettendo al paziente di ritrovare un senso di speranza e la capacità di guardare al futuro.
Non è un percorso facile, è sicuramente impegnativo, ma aiuta a superare quel senso di paralisi e la perdita della speranza che spesso accompagnano la morte di una persona cara.