Sulla rivista F del Corriere della Sera è stato pubblicato questo contenuto che ho scritto dopo avere incontrato la giornalista Costanza Rizzacasa d’Orsogna.
Qui a seguire l’intero articolo.
Cara Costanza, leggere la tua rubrica dà tanta forza. Da psicoterapeuta, sostengo l’importanza di raccontarsi, con le proprie esperienze ed emozioni. Nella società in cui viviamo, temi delicati o dolorosi risultano “scomodi”, vengono taciuti, nascosti, evitati.
E diventano tabù. Ritengo importante rompere i tabù, ritengo che si possa dar voce al dolore, parlare di argomenti scomodi.
Uno tra tutti, la morte, che nonostante sia nelle esperienze di tutti, in quanto evento doloroso incontra resistenza e rifiuto. Ancora più indicibile è il dolore per la morte di un bimbo appena nato o mai nato, dolore di fronte al quale si chiede alla madre di farsi forza, magari per un figlio presente o per pensare a farne un altro, come se potesse sostituire quello perduto.
O le difficoltà nel vivere la sessualità durante la gravidanza e il post parto, come se i genitori non debbano essere anche amanti. Ho deciso di scriverti non per raccontare una storia ma per dare forza alle donne che ti hanno scritto, che ti scriveranno o che stanno leggendo.
Voglio dire loro di continuare a raccontarsi, di parlare di ciò che sentono importante, delle proprie difficoltà. Perché farlo aiuta se stessi e chi legge. Parlare è un atto di coraggio.
Raccontarsi fa sì che le emozioni non restino sommerse. Condividere permette di dare senso alle esperienze, integrandole nella storia personale; permette di entrare in contatto con gli altri, favorendo un senso di riconoscimento e riducendo l’isolamento; aiuta a vedere difficoltà che sembravano insuperabili come sfide possibili, e alleggerisce il carico emotivo. Nella stanza di terapia sono testimone di come possano cambiare le prospettive e le emozioni dopo aver condiviso un’esperienza fino a quel momento indicibile.
Özpetek scrive: «Quando trovi il coraggio di raccontarla, la tua storia, tutto cambia. Perché nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica una strada».